«Pfas», appello alla Regione: «Estendete le analisi fin qui»
- Cologna Veneta
«Pfas», appello alla Regione: «Estendete le analisi fin qui»
I «biomonitoraggi» sulla salute sono previsti in due Asl vicentine «Ma anche noi abbiamo bevuto un’acqua che era contaminata»
Le amministrazioni di Pressana, Cologna e Zimella vogliono che la salute dei propri cittadini sia controllata. E perciò chiedono alla Regione che gli esami sulle conseguenze da contaminazioni delle acque da Pfas siano estesi anche ai loro tre territori.
«La Regione», spiega il sindaco di Pressana, Stefano Marzotto, «non può penalizzare i cittadini del Colognese e del Basso veronese, evitando di controllare se hanno subito o meno conseguenze dalla contaminazione da Pfas delle acque potabili e superficiali. Un inquinamento che va avanti da molto tempo e di cui i veronesi non sono autori, ma vittime».
«È da decenni che beviamo l’acqua che ora si dice sia inquinata da perfluoro alchiliche (sostanza di origine chimica utilizzata per impermeabilizzare carta, stoffe e stoviglie, ndr), perciò è giusto che la verifica sugli effetti di tale contaminazione venga realizzata anche qui», precisa Marzotto. Il sindaco presenterà, a questo scopo, una risoluzione – già inserita all’ordine del giorno del consiglio che si svolgerà martedì prossimo – che sarà poi girata ai colleghi sindaci e nella quale si chiede di far fronte comune su questa richiesta.
Già questa settimana, in consiglio comunale a Zimella, si è parlato della risoluzione, anche se non è stata votata. «Purtroppo non è stato possibile inserirla all’ordine del giorno, perché non c’erano più i tempi tecnici per farlo», spiega il sindaco Alessia Segantini, «ma ho comunicato in assemblea che il documento verrà adottato dalla Giunta e, alla prima occasione utile, portato in Consiglio». Entro la fine del mese, quindi, anche l’assemblea consigliare di Cologna si occuperà della questione. Facendo sì che tutti i tre Comuni in cui si registra il maggiore impatto dell’inquinamento da Pfas, chiedano insieme di entrare nel «biomonitoraggio». Nei tre territori sono in corso, per altro, le analisi dei pozzi privati che prelevano acqua da falde e che, come altri comuni del Basso Veronese, Vicentino e Padovano, stanno bevendo acqua distribuita dalla centrale di potabilizzazione di Almisano, trattata con costosissimi filtri a carboni attivi.
Il biomonitoraggio sulla popolazione partirà all’inizio del 2015, con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, ma solo in due aziende sanitarie del Vicentino. Si tratterà di una verifica a campione dello stato di salute dei cittadini, compiuta con analisi del sangue mirate. «Controlleremo per primi i cittadini dell’area più vicina alla fonte d’inquinamento che, secondo le analisi dell’Arpav, è un’area circoscritta ad un’azienda chimica di Trissino, Vicenza, per poi, nel caso i risultati ne rivelassero la necessità, ampliare il monitoraggio anche in altre zone», spiega Francesca Russo, responsabile della Direzione prevenzione della Regione. «Non credo che ci sia un problema di costi, per cui è possibile ampliare fin da subito i controlli anche nel Veronese», ribadisce il sindaco Marzotto. Che, con gli altri due sindaci, è pronto ad inviare in Regione un documento in cui «si esprime grave preoccupazione da parte di un territorio che rischia di essere penalizzato per quanto riguarda la salute dei cittadini».