Tancredi Turco sui pfas PFAS, SITUAZIONE PREOCCUPANTE: 400 MILA VENETI A RISCHIO
PFAS, SITUAZIONE PREOCCUPANTE: 400 MILA VENETI A RISCHIO
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L’inquinamento da perfluorati (PFAS) nella regione Veneto, ha ormai raggiunto livelli allarmanti, le concentrazioni di perfluorati, infatti, sono almeno duecento volte superiori rispetto anche ai più recenti tassi soglia; siamo, quindi, di fronte ad un’emergenza che tocca il Vicentino, il Veronese ed il Padovano e che potenzialmente coinvolgerebbe un numero di 350-400 mila cittadini su di un territorio che è circa un quarto, per superficie, di tutto il Veneto; interessando 21 comuni, dei quali 15 in provincia di Vicenza, 3 in provincia di Verona e 3 in provincia di Padova.
Queste sostanze comunemente indicate come PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) e che includono sia il PFOA (acido perfluoroottanoico) sia PFOS (perfluorottano sulfonato) sono sostanze diffusamente utilizzate come impermeabilizzanti per i tessuti, ovvero nei rivestimenti antiaderenti per le pentole da cucina, sono altresì presenti in vernici, detersivi e in moltissime altre applicazioni di uso comune di derivazione industriale
Il caso è ritornato alla ribalta a seguito del recente innalzamento dei tassi soglia da parte del Ministero della Salute, a seguito del parere dell’Istituto Superiore della Sanità dell’11 agosto 2015, prot. n. 0024565, che indica le concentrazioni nelle acque destinate al consumo umano di Pfba fino a 0,5 ug/L e di Pfbs fino a 0,5 ug/litro; mentre per quel che riguarda gli «altri PFAS» viene confermato il rispetto del valore di performance di 0,5 ug/litro e per Pfos e Pfoa vengono confermati i valori di performance già indicati.
Queste concentrazioni non configurerebbero rischi per la salute umana.
Peccato che in alcuni comuni del Veneto, secondo uno studio dell’ARPA Veneto (ARPAV) ancora del 2013 al capitolo «5.1 Acque sotterranee» si dica: «Per quanto riguarda le acque sotterranee, la matrice ambientale più seriamente colpita dall’inquinamento, allo stato attuale i comuni rilevati con valori di contaminazione nelle acque sotterranee maggiori o uguali a 100 ng/l sono 21…», quindi, almeno duecento volte superiori ai tassi soglia fissati dal Ministero.
L’attuale persistenza di tali sostanze nelle falde acquifere, nei terreni e nei cibi, induce a ritenere che la contaminazione dell’ambiente veneto possa essere considerata quasi irreversibile.
Il problema è ancora più preoccupante se si considera il recepimento della Regione Veneto dei limiti stabiliti in Italia (500 nanogrammi per litro) se confrontati con altri dati della comunità scientifica internazionale, che abbassano notevolmente la soglia di tolleranza.
Ho chiesto al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali quali politiche intendano attuare dal punto di vista dell’analisi, prevenzione e contenimento della contaminazione dell’ambiente, anche in relazione ai controlli di sicurezza alimentare onde evitare l’esposizione di oltre 350-400mila cittadini veneti a così gravi rischi per la salute ed il conseguente sviluppo di patologie gravi (tumore al rene, ai testicoli o ai linfonodi) nella popolazione residente.
Qui il link alla mia interrogazione
Qui il link allo studio ARPAV – PFAS sett. 2013