PFAS – Un fronte dal Basso Vicentino, Veronese e Padov
23 marzo 2017 – 14.04
PFAS – Un fronte dal Basso Vicentino, Veronese e Padovano
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C’era anche l’Amministrazione comunale di Noventa Vicentina ieri, assieme a una sessantina di altri Comuni del vicentino, del veronese e del padovano, alla “marcia dei Sindaci”. Una manifestazione simbolica e priva di bandiere politiche organizzata dal Comune di Lonigo in collaborazione con le 8 Amministrazioni comunali (tra cui Noventa Vicentina) che hanno firmato il documento di diffida a Provincia, Regione e Governo affinché le Istituzioni competenti si impegnino economicamente per gli interventi di messa in sicurezza della rete idrica. Tutti i Comuni interessati dal 2013, quando è emerso il problema inquinamento Pfas, sono intervenuti seguendo scrupolosamente le indicazioni dell’Ulss di competenza, del Ministero della Sanità, dei Consorzi e degli Enti gestori degli acquedotti. Questi ultimi da subito sono intervenuti nel mettere in sicurezza gli acquedotti potenziando il filtraggio e aumentando il monitoraggio affinché fossero abbattuti i livelli delle sostanze pfas e pfos. Attualmente i nostri acquedotti sono sicuri e l’acqua che giunge nelle nostre case è potabile perché dentro i parametri. Certo l’impegno degli Enti gestori (organi di competenza per qualsiasi segnalazione sulla rete acquedotto, per Noventa è Acque Vicentine) sarà quello di intervenire nei prossimi anni in modo definitivo sulle fonti di approvvigionamento con un progetto di nuova realizzazione di “punti di pescaggio” verso fonti più a nord di Almisano. L’impegno ora più urgente e importante riguarda la bonifica del territorio contaminato e una serie di interventi per mettere in sicurezza le falde. Una particolare attenzione inoltre va data alla rete irrigua utilizzata per allevamenti e agricoltura. Anche qui l’impegno economico richiesto dai Consorzi per la realizzazione dei progetti di intervento prevedono ingenti somme di denaro. I Comuni, con responsabilità e tutti uniti, chiedono che gli Enti superiori (Provincia, Regione e soprattutto lo Stato) intervengano senza esitazioni nello stanziare le risorse necessarie. Nel frattempo siamo fiduciosi nel lavoro della Magistratura affinché individui i responsabili dell’inquinamento e imponga loro di pagare i danni prodotti. Si auspica inoltre che tutta questa vicenda possa servire per aumentare i controlli, salvaguardare i siti compromessi ed imporre a tutte le aziende che utilizzano materie chimiche di dotarsi di efficaci impianti di depurazione.