Pfas, sindacati vicentini: “Regione prenda le sue responsabilità per guidare l’emergenza”

Di Comunicati Stampa | Venerdi 13 Gennaio alle 17:01 | 0 commenti

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Cgil, Cisl e Uil di Vicenza e provincia sono preoccupate non solo per l’inquinamento ambientale e per la salute dei cittadini, ma anche per la salute dei lavoratori che operano e che hanno operato all’interno del sito oggi della Miteni in cui si producono i PFAS, fonte di inquinamento. I segretari generali di CGIL e UIL, Giampaolo Zanni e Grazia Chisin, e il segretario CISL Riccardo Camporese due giorni fa hanno reiterato la richiesta fatta a fine luglio 2016 alla Regione: “Da allora a nome dei lavoratori“, sottolinea Giampaolo Zanni (Cgil), “abbiamo sollecitato l’incontro chiesto finalizzato a trovarci ad un tavolo con azienda, Regione ed enti preposti ai controlli (Arpav, ma anche Conferenze dei sindaci e Province) per giungere ad un protocollo d’intesa finalizzato a capire come muoversi in modo coordinato per affrontare il problema e nel lungo termine risolverlo!

Ma da allora nonostante i solleciti il promesso incontro con l’assessore Bottaccin, non è mai stato convocato. “E’ inaccettabile“, afferma il Segretario generale della Cgil vicentina, “che tale situazione ad oggi sia gestita solo sul territorio provinciale perché riguarda più province e soprattutto è ridicolo che la Giunta regionale non abbia avuto la decenza di prendersi questa responsabilità di coordinamento rispetto ad una situazione di gravissimo inquinamento ambientale!” I rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato anche le difficoltà di dialogo tra sindacati e l’azienda di Trissino, “e dunque anche per questo chiediamo alla regione di assumere un ruolo di garanzia rispetto ad eventuali intese con l’azienda sulle produzioni e sugli investimenti per risolvere il problema“. Infine i sindacati hanno chiesto (su istanza delle rappresentanze degli RLS-rappresentanti sindacali per la sicurezza di Miteni, in conferenza stampa Renato Volpiana) al servizio sanitario regionale (sempre la Regione!) di allargare la popolazione sottoposta a screening e soprattutto di monitorare in modo molto più accurato la salute dei lavoratori dipendenti di Miteni ma anche delle ditte esterne e dei pensionati dell’azienda.