pazzie di Arcole sui limiti dei pfas o sbaglio clamoroso? Sospiro di sollievo: pozzi privati senza concentrazioni di Pfas
Sospiro di sollievo: pozzi privati
senza concentrazioni di Pfas
Sebbene inserito nella lista dei Comuni colpiti dall’inquinamento da Pfas, Arcole in realtà è indenne dalla presenza di questi pericolosi inquinanti. Non ci sono infatti concetrazioni di Pfas pericolose nei pozzi privati di Arcole, Gazzolo e Volpino. Nella maggioranza dei casi, non c’è proprio presenza di questa tipologia di inquinanti.
In pocchissimi casi sono state trovate modeste concentrazioni, comunque molto lontane dalla soglia limite di legge, ossia 500 microgrammi il litro. È questa la tranquillizzante conclusione a cui è giunta l’amministrazione comunale, che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, ha invitato i privati ad aderire alla campagna di prelievi promossa dal Comune, per verificare le condizioni dei pozzi privati su tutto il territorio comunale.
Tra il 25 maggio e il 1 giugno, il Comune ha inviato gli agenti di polizia locale a prelevare l’acqua da 38 pozzi privati, disseminati tra capoluogo e le frazioni di Volpino e Gazzolo. I 38 campioni d’acqua sono stati analizzati da un laboratorio chimico specializzato, incaricato dal Comune, che ha analizzato a una a una e poi ha sommato le concentrazioni degli inquinanti: Pfba, Pfpea, Pfhxa, Pfhpa, Pfoa, Pfna, Pfdea, Pfdoa, Pfuna, Pfos e Pfbs.
In 27 casi si sono trovate concentrazioni inferiori a 5 microgrammi il litro e quindi non rilevanti, come dire non c’è presenza assoluta di Pfas. La maggior concentrazione di inquinanti è stata rinvenuta in un pozzo in via Nogarole, con totale Pfas pari a 296 microgrammi il litro, a fronte di una soglia limite di 500. Dunque anche questa è acqua a tutti gli effetti non contaminata.
Negli altri dieci pozzi dove sono state trovate piccole concentrazioni di Pfas, comunque siamo molto lontani da acque che assumendole possono comportare rischi per la salute. Per esempio in due pozzi di via Mazzini sono state trovate concentrazioni di 172 e 107 microgrammi il litro di Pfas totali. In via Rovere un pozzo ha fatto rilevare la presenza di 109 microgrammi il litro.
In via Genova è stato trovata una concentrazione di 183 microgrammi di Pfas sempre in un pozzo privato e in via Trento la concentrazione è pari a 31 microgrammi il litro in un altro. In Crosara in un pozzo sono stati trovati 107 microgrammi il litro totali di Pfas e in via Trieste 25 microgrammi il litro.
Infine in un pozzo artesiano di via Casalveghe a Gazzolo sono stati rivenuti Pfas per 13 microgrammi il litro e in due pozzi situati in via Marezzane di Sotto, sempre a Gazzolo, vi sono concentrazioni totali di 17 e 15 microgrammi di Pfas il litro.
«ABBIAMO anche controllato l’acquedotto pubblico in più punti e non è risultata presenza di inquinanti», assicura il sindaco, Alessandro Ceretta, soddisfatto del monitoraggio a campione, ma diffuso. «Innanzitutto è stato un bene che una quarantina tra cittadini e aziende private abbiano aderito al nostro invito, acconsendendo a fare il prelievo gratuito dell’acqua per farne fare le analisi a carico dell’ente locale, perché così abbiamo potuto compiere un’indagine allargata, coprendo tutto il territorio».
«Dalle verifiche, è risultato ad esempio che pozzi superficiali non hanno assolutamente presenza di sostanze inquinanti», precisa Ceretta, «mentre in pozzi più profondi è stata trovata una qualche modesta concentrazione di Pfas, comunque ben al di sotto della soglia limite di legge».
Così, non avendo trovato al momento pozzi con concentrazioni di Pfas sopra la soglia di legge, «i residenti possono tranquilizzarsi», conclude il sindaco, «e possono continuare a fare uso dell’acqua attinta dai pozzi privati per i loro usi. L’aquedotto è controllato costantemente e non v’è alcun problema per chi si approvvigiona da esso per usi domestici potabili».
Dalle analisi, dunque, il primo cittadino non è stato costretto a ricorrere a provvedimenti particolari, come ad esempio ordinanze per vietare l’utilizzo dei pozzi privati. Perché l’acqua ad Arcole, sia di falda che superficiale, è risultata essere assolutamente potabile. «Ma non per questo abbasseremo l’attenzione: continueremo a fare periodici controlli», assicura Ceretta.