MONTECCHIO MAGGIORE SI DEFILA DAL GASSIFICATORE 13 febbraio 2016
MONTECCHIO MAGGIORE SI DEFILA DAL GASSIFICATORE
IL Consiglio comunale di Montecchio Maggiore al completo denuncia l’incapacità di Gentilin di gestire il progetto di risanamento ambientale cui erano stati destinati i 23 milioni del ministro dell’ambiente e non mancano durissime critiche all’amministratore unico di Acque del Chiampo
“secondo il direttivo arzignanese del Pd si evidenzia ancora una volta la discrasia tra un mondo imprenditoriale che guarda in avanti e cerca soluzioni e la palese irrilevanza della politica locale. Il ruolo di Arzignano, una volta guida dei processi decisionali, si è completamente perso.
L’ Amministrazione, il sindaco e chi lo consiglia, hanno mostrato grande attenzione per la figura dell’amministratore unico di Acque del Chiampo. Sembra, molto meno, per le sue attitudini e competenze. Opinioni? Forse. Certo i fatti non paiono dar ragione a certe scelte». ““C’erano10 anni di tempo. Bastava non anteporre le esigenze elettorali alle necessità dell’ambiente e dell’economia.” dice Veronica Cecconato consigliera PD di Montecchio.
Consiglio comunale Arzignano |
Una vera tempesta sulla testa del sindaco che giovedì scorso in Consiglio comunale, ad Arzignano, non ha saputo dare giustificazioni credibili all’insuccesso realizzato dalla sua amministrazione.
Adesso tornano al pettine i nodi della campagna elettorale quando, con scarsa coerenza, Gentilin si professò medico attento alla salute dei cittadini e contrario al gassificatore (tranne aggiungere a elezione avvenuta, la frase “di Bergen”). Tornano al pettine i nodi di una campagna elettorale in cui noi costringemmo tutte le parti in campo a confrontarsi su gassificatore e ospedale. Adesso il PD rinfaccia al sindaco “.
Il ruolo di Arzignano, una volta guida dei processi decisionali, si è completamente perso” infatti abbiamo assistito al modo in cui ha gestito la questione ospedale che, ribadiamo, è una pura speculazione edilizia e di facciata, uno spreco di risorse dovuto alla chiusura di un ospedale al cui miglioramento si è lavorato per trent’anni, un vero e proprio scippo ai danni degli arzignanesi e della intera comunità degli assistiti della ex ULSS5, una spesa inutile che contribuisce all’impoverimento della sanità e non scioglie i nodi dell’assistenza sanitaria ad Arzignano e nella nuova ULSS cui appartiene adesso il nostro territorio.
Adesso aspettiamo che anche gli altri sindaci della vallata si rendano conto del ruolo deleterio che ha avuto in questi anni chi doveva realizzare un progetto avanzato di rinnovamento ambientale e seguano l’esempio di Montecchio Maggiore.
Meglio tardi che mai: i cittadini si aspettano dai sindaci autonomia e chiarezza e soprattutto, attenzione alla salute, al di là delle camarille politiche e dei giochetti di potere che, alla fine, producono risultati disastrosi.
Giovanni Fazio