La barriera anti fluoruri non funziona

Antonella Fadda
La barriera idraulica anti Pfas, per contenere l’inquinamento della falda, posizionata a valle della Miteni Spa di Trissino, non funziona. Questo emerge dall’esame dei dati dell’Arpav, riguardanti un semestre del 2015, da gennaio a luglio, che i cinque consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno presentato in un’interrogazione, depositata ieri in Regione, sottoscritta dal senatore Enrico Cappelletti e resa nota dal consigliere comunale castellano, Sonia Perenzoni. Nel documento si evidenzia che «non sembrerebbe evidente una significativa riduzione della concentrazione dei composti perfluoroalchilici a valle della barriera».
L’affermazione è tratta dal documento di verifica delle misure di messa in sicurezza adottate, inviato dall’Arpav il 24 agosto alla Miteni, al Comune di Trissino e alla Provincia. Sostengono, dunque, Jacopo Berti, Manuel Brusco, Simone Scarabel, Erika Baldin, Patrizia Bartelle: «È difficile pensare ad un miglioramento della situazione,specialmente se si considera che le ultime analisi risalgono a febbraio-marzo 2015». E proseguono: «A questo punto l’unico dato certo sul fronte emergenza Pfas è che il sistema di messa in sicurezza di emergenza, adottato attraverso le barriere idrauliche per evitare che altro contaminante già in falda si propaghi fuori dal sito inquinato della Miteni, dovrà funzionare per anni. E sicuramente dovrà farlo meglio di come funziona».
I sei esponenti del M5S pongono, inoltre, l’accento su una recente decisione dell’Istituto superiore della Sanità «che ha innalzato i limiti per alcune tipologie di sostanze perfluoroalchiliche, per la precisione quelle costituite da 4 atomi – si legge in una nota -. L’attuale produzione della Miteni  si basa proprio su composti a 4 atomi che sono più difficili da filtrare, perché occorrono più passaggi per arrestarli. Quindi maggiore è la presenza di sostanze maggiore deve essere la frequenza di sostituzione dei filtri, il cui costo è molto alto e che al momento ricade sui cittadini».
L’interrogazione presentato in Regione evidenzia anche «dalle analisi dell’Ulss 5 effettuate su ortaggi e animali alimentati con acqua contaminata si ricava che i Pfas si concentrano in maniera significativa nelle uova di gallina, nel pesce e nell’insalata mista». E mentre l’Arpav invita, in un documento del 24 agosto scorso, la Miteni «a considerare ulteriori misure per migliorare l’efficacia delle barriere», il senatore e i consiglieri regionali di M5S pongono una serie di domande in Regione. «Quanto dovranno ancora aspettare i cittadini per vedere pienamente tutelata la loro salute? Chi tiene informati i cittadini sull’andamento della bonifica e chi sta vigilando e monitorando le azioni?». E domandano, infine, uno studio epidemiologico e che i risultati vengano diffusi. «Confidiamo che gli enti preposti non abbassino l’attenzione e pongano argine all’inquinamento delle falde».