I PFAS come l’atrazina
I PFAS come l’atrazina
Questo è il primo pensiero che m’è venuto dopo aver letto il documento recante i nuovi limiti di “Performance” o obiettivo dei PFAS. Infatti l’Istituto superiore di Sanità ha pensato bene di scorporare due dei “nuovi PFAS” , il PFBA (l’acido perfluorobutanoico) e il PFBS (acido perfluorobutansulfonato) dal gruppo dei PFAS diversi da PFOA e PFOS, stabilendo per ciascuno dei dei due un valore massimo di 500 ng/L. Quindi, mentre prima erano consentite concentrazioni max di 1530 ng/L (30 per PFOA, 500 per PFOA e 500 per altri PFAS) ora, da un giorno all’altro, con un colpo di bacchetta magica, le concentrazioni massime di PFAS totali possono arrivare a 2030 ng/L (30 per PFOA, 500 per PFOA, 500 per PFBA, 500 per PFBS e 500 per gli altri PFAS).
Può darsi che mi sbagli (non sono mai stato tanto bravo con i numeri e la matematica), e sarò molto contento se qualcuno mi dimostrerà il contrario.
Ma a me questo giochetto ha rammentato la storia dell’atrazina e sono andato a studiarmi un pò laa tabella pubblicata sul sito ARPAV delle “Concentrazioni in ng/L dei composti perfluoroalchilici (PFAS) rilevati su campioni di acque, prelevati e analizzati da ARPAV, nel periodo compreso tra il 02/07/2013 e il 29/07/2015, ordinati per Provincia, Comune e data del prelievo.”
Sarà anche vero che le concentrazioni mediane dei PFAS sono in diminuzione, come affermano gli “esperti” dell’ISS, ma in molti dei comuni interessati le concentrazioni di PFBA e PFBS sono aumentate o invariate in questi due anni di filtraggio. A mò di esempio porto i comuni di Merlara (PD) dove addirittura il PFBS è passato da 664 ng/L dell’ottobre 2013 a 1080 ng/L dell’aprile 2015 nello stesso sito di prelievo; Creazzo (VI) dove il PFBA è balzato da 376 a 1010 e il PFBS da 438 a 2280 ng/L (prelievi eseguiti in siti differenti). Situzioni simili si riscontrano a Lonigo, Sarego (VI) Vicenza Città, Cologna Veneta ecc. Dal momento che molte delle acque con tali valori di PFAS sono definite “superficiali” (cioè fiumi e laghi), questo significa che ancora oggi nei fiumi e nei laghi veneti arrivano scarichi che contengono elevate quantità di PFAS.
Cosa dire a commento della decisione dei ricercatori dell’ISS? Il gioco appare a me abbastanza evidente e molto sporco: poiché PFBA e PBFS presentano concentrazioni in lento ma progressivo aumento (cosa che avviene nel resto del mondo, dal momento che questi due “nuovi PFAS” sono usati dall’industria come sostituti di PFOA e PFOS, ormai messi al bando nei paesi civili) e non essendo questi PFAS a corta catena trattenuti dai filtri, ecco che le fatine e i maghi dell’ISS non trovano di meglio che ricorrere al vecchio trucco utilizzato con l’atrazina: ti aumento il limite max di concentrazione consentito, con il colpo da maestro di scorporare i due PFAS “emergenti” dal resto dei PFAS. Grazie a questo trucchetto, i custodi della salute dei veneti potranno continuare a dire che le acque contaminate dai PFAS possono essere bevute tranquillamente e, magari, risparmiare un pò sull’acquisto dei filtri.
Un altro aspetto che mi colpisce è che gli “esperti” dell’ISS non ricordano mai nelle loro pubblicazioni e pareri che il PFOA è stato definito come possibile cancerogeno per l’uomo (classe 2b) dalla IARC di Lione. Infine gli “esperti” sembrano non tenere in alcuna conisderazione l’accorato appello di un gruppo di scienziati che da anni “…lavorano e sono impegnati nelal ricerca sui PFAS,,” i quali hanno firmato l’appello di Helsingor, nel quale esternano le loro preoccupazioni sui nuovi “PFAS” e invitano le autorità a non ripetere gli errori fatti con PFOS e PFOA. Gli stessi autori (assieme ad altri) hanno inoltre pubblicato nel maggio 2015 “l’appello di Madrid” (pagina in inglese) nel qualche propongono un percoso a tappe che porti all’eliminazione di tali sostanze come già fatto con i carbofluoruri dagl impianti di refrigerazione, che erano considerati una delle principali cause di distruzione dell’ozono nell’atmosfera.
Ma tutto questo non esiste per molti soloni di noantri che si annidano nei palazzi romani, veneziani e vicentini (di città e provincia) che continuano a professare l’innocuità di queste molecole cancerogene e a fare il gioco delle tre carte.
Può darsi che mi sbagli (non sono mai stato tanto bravo con i numeri e la matematica), e sarò molto contento se qualcuno mi dimostrerà il contrario.
Ma a me questo giochetto ha rammentato la storia dell’atrazina e sono andato a studiarmi un pò laa tabella pubblicata sul sito ARPAV delle “Concentrazioni in ng/L dei composti perfluoroalchilici (PFAS) rilevati su campioni di acque, prelevati e analizzati da ARPAV, nel periodo compreso tra il 02/07/2013 e il 29/07/2015, ordinati per Provincia, Comune e data del prelievo.”
Sarà anche vero che le concentrazioni mediane dei PFAS sono in diminuzione, come affermano gli “esperti” dell’ISS, ma in molti dei comuni interessati le concentrazioni di PFBA e PFBS sono aumentate o invariate in questi due anni di filtraggio. A mò di esempio porto i comuni di Merlara (PD) dove addirittura il PFBS è passato da 664 ng/L dell’ottobre 2013 a 1080 ng/L dell’aprile 2015 nello stesso sito di prelievo; Creazzo (VI) dove il PFBA è balzato da 376 a 1010 e il PFBS da 438 a 2280 ng/L (prelievi eseguiti in siti differenti). Situzioni simili si riscontrano a Lonigo, Sarego (VI) Vicenza Città, Cologna Veneta ecc. Dal momento che molte delle acque con tali valori di PFAS sono definite “superficiali” (cioè fiumi e laghi), questo significa che ancora oggi nei fiumi e nei laghi veneti arrivano scarichi che contengono elevate quantità di PFAS.
Cosa dire a commento della decisione dei ricercatori dell’ISS? Il gioco appare a me abbastanza evidente e molto sporco: poiché PFBA e PBFS presentano concentrazioni in lento ma progressivo aumento (cosa che avviene nel resto del mondo, dal momento che questi due “nuovi PFAS” sono usati dall’industria come sostituti di PFOA e PFOS, ormai messi al bando nei paesi civili) e non essendo questi PFAS a corta catena trattenuti dai filtri, ecco che le fatine e i maghi dell’ISS non trovano di meglio che ricorrere al vecchio trucco utilizzato con l’atrazina: ti aumento il limite max di concentrazione consentito, con il colpo da maestro di scorporare i due PFAS “emergenti” dal resto dei PFAS. Grazie a questo trucchetto, i custodi della salute dei veneti potranno continuare a dire che le acque contaminate dai PFAS possono essere bevute tranquillamente e, magari, risparmiare un pò sull’acquisto dei filtri.
Un altro aspetto che mi colpisce è che gli “esperti” dell’ISS non ricordano mai nelle loro pubblicazioni e pareri che il PFOA è stato definito come possibile cancerogeno per l’uomo (classe 2b) dalla IARC di Lione. Infine gli “esperti” sembrano non tenere in alcuna conisderazione l’accorato appello di un gruppo di scienziati che da anni “…lavorano e sono impegnati nelal ricerca sui PFAS,,” i quali hanno firmato l’appello di Helsingor, nel quale esternano le loro preoccupazioni sui nuovi “PFAS” e invitano le autorità a non ripetere gli errori fatti con PFOS e PFOA. Gli stessi autori (assieme ad altri) hanno inoltre pubblicato nel maggio 2015 “l’appello di Madrid” (pagina in inglese) nel qualche propongono un percoso a tappe che porti all’eliminazione di tali sostanze come già fatto con i carbofluoruri dagl impianti di refrigerazione, che erano considerati una delle principali cause di distruzione dell’ozono nell’atmosfera.
Ma tutto questo non esiste per molti soloni di noantri che si annidano nei palazzi romani, veneziani e vicentini (di città e provincia) che continuano a professare l’innocuità di queste molecole cancerogene e a fare il gioco delle tre carte.