Si continua a discutere sul gassificatore ad Arzignano (Vi): il consigliere comunale di opposizione Pietro Magnabosco di “Un’Altra Arzignano” si oppone all’opera. «In un’area ad alta densità demografica, dove insistono già tre inceneritori di aziende locali, ci sembra piuttosto azzardata l’idea di Alberto Serafin, amministratore unico di Acque del Chiampo, di aggiungere una nuova ciminiera – dice Magnabosco al Giornale di Vicenza – Può un amministratore unico di una società pubblica decidere di procedere senza avere fatto un giro di assemblee nei comuni interessati per discutere con i cittadini? E può imporla a Montecchio Maggiore e Montorso le cui amministrazioni hanno bocciato il progetto?». Sotto accusa anche i sindaci della zona, in particolare Giorgio Gentilin di Arzignano, socio di maggioranza di Acque del Chiampo che ha fissato le tappe per arrivare alla costruzione dell’opera.
«Sembra che abbiano approvato l’impianto a scatola chiusa». Ma per Magnabosco «un tema come questo non può essere trattato come un comune atto amministrativo» e serve un incontro con la cittadinanza. Inoltre il consigliere di oposizione è stupito dalla «capacità di Serafin di tracciare un preciso identikit del gassificatore che sarà costruito ad Arzignano» prima che sia stato fatto un rilievo tecnico. «Tra l’altro l’identikit ricorda stranamente il gassificatore e la tecnologia con cui furono effettuate prove sperimentali su un impianto in Norvegia, che non ha superato l’esame dell’Arpav nel 2013», un’ipotesi che il sindaco aveva giurato di non adottare. «Ci chiediamo cosa penseranno gli industriali che dovranno pagare molto di più lo smaltimento dei fanghi nell’impianto piuttosto che inviandolo agli inceneritori esistenti, senza contare i 100 milioni necessari per la costruzione del gassificatore».