Una rappresentanza dei Comitati in difesa dell’acqua pubblica è giunta in consiglio comunale a Napoli dove l’assemblea all’ordine del giorno ha la delibera per la messa in sicurezza di Abc “Acqua bene comune”, azienda speciale a cui l’amministrazione intende affidare il ciclo delle acque.
«Oggi – ha detto padre Alex Zanotelli (nella foto con un buffo ma eloquente cappello di protesta) – per noi è una giornata importante, sono tre anni che insistiamo con il Consiglio e con il Comune perché metta in sicurezza l’Abc anche alla luce della legge che sta per realizzare la Regione Campania con cui si vuole privatizzare l’acqua, affidandone la gestione alla Gori». Il rischio avanzato dai Comitati, qualora il Consiglio comunale non esprima voto favorevole alla delibera, è che anche Abc possa «ricadere nelle mani della Gori». «Con un voto favorevole – ha spiegato Zanotelli – l’Abc non potrà più essere toccata anche se la Regione e Caldoro dovessero legiferare in favore della privatizzazione del ciclo. Napoli – ha concluso – sarebbe esempio per tutta l’Italia, diventando l’unica grande città a essere riuscita a obbedire al referendum e a dare vita a un’azienda speciale che non sia una Spa che per natura mira al profitto». Ma arriva la replica della Gori che si affida ad un duro comunicato.

«Gori non è un mostro privato, bensì un’azienda a maggioranza pubblica, attraverso il controllo dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano. Ente, attualmente commissariato, che rappresenta i 76 Comuni dell’Ato 3 Campania. Sostanzialmente i 76 sindaci sono e restano i veri padroni di Gori». Così Amedeo Laboccetta, presidente dell’azienda, replica alle dichiarazioni di padre Alex Zanotelli. «Riguardo alla presenza di soggetti privati nella composizione societaria di Gori è giusto chiarire che dalla sua nascita ad oggi, Gori non ha provveduto a distribuire un solo euro di dividendi agli azionisti, cosa fatta, invece, da altre aziende che adesso fanno della gestione totalmente pubblica un motivo di fantomatico lustro. Gori non è interessata al premio di azienda più pubblica o a competizioni di alcun tipo, ma è solo quotidianamente impegnata a fornire un servizio di qualità a circa un milione e mezzo di abitanti della zona sarnese-vesuviana. I cittadini meritano rispetto e sono stanchi di personaggi che vogliono far politica sfruttando i servizi pubblici». conclude.