Acqua potabile e PFAS, preoccupati Cordiano e l’Associazione medici per l’ambiente
Acqua potabile e PFAS, preoccupati Cordiano e l’Associazione medici per l’ambiente
Di Emma Grande | ieri alle 15:57 | 0 commenti
Di Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza dell’Associazione medici per l’ambiente-Isde Italia Onlus
La mia personale convinzione è che le acque contaminate da PFAS non si possono bere. Quindi la risposta è No e poi NO. E ho tratto questa convinzione dopo aver esaminato la letteratura medica e aver preso visione delle decisioni e dei comportamenti tenuti dalle autorità sanitarie di paesi diversi dal nostro nei quali si verificarono “incidenti” molto simili a quello che ha portato alla contaminazione delle falde acquifere (e quindi dei suoli e della catena alimentare) in Veneto. DI seguito vi riassumo i principali di tali “incidenti”
Negli Stati Uniti, i fanghi reflui dall’impianto della 3M localizzato a Decatur, nello stato dell’Alabama, e di altre industrie presenti nella zona, assieme al percolato di una discarica contenente PFAS, furono applicati come fertilizzanti in qualità di “biosolidi” su circa 5000 acri di terreno dal 1996 al 2008. Nel 2007, l’EPA accertò la presenza dei PFAS nei fanghi reflui e ne vietò l’uso come ammendanti agricoli, obbligando le aziende a smaltirle in discariche. L’analisi delle falde acquifere e dell’acqua potabile dimostrò la presenza di PFAS in quantità inferiori ai limiti consigliati dall’agenzia americana per l’ambiente (400 ng/litro per il PFOA e 200 per il PFOS) autorizzandone l’uso. Tuttavia, su 19 pozzi privati tre risultarono contaminati da livelli di PFAS superiore a questi limiti e le famiglie furono rifornite di acqua in bottiglia fino a quanto non furono allacciate all’acquedotto pubblico; inoltre, le autorità sanitarie dell’Alabama vietarono il consumo di pesce pescato o allevato nelle acque superficiali circostanti le industrie contaminanti (“U.S. Environmental Protection Agency Perfluorochemical (PFC) Contamination Near Decatur, AL – epa_decatur_faqs.pdf,” n.d.).
Nel 2009 la DuPont fu costretta ad applicare filtri all’acquedotto pubblico, che si attingeva le acque dal fiume Ohio nel quale aveva scaricato i PFAS, per ridurre le concentrazioni di PFOA al di sotto dei limiti previsti dall’agenzia americana EPA e a rifornire i proprietari di pozzi privati contaminati di acqua minerale fino al completamento dell’allacciamento con l’acquedotto pubblico (EPA, n.d.).
Lo Stato del Minnesota consigliò ai cittadini residenti attorno all’impianto della 3M di Cottage Grove, di bere acqua minerale se volevano ridurre i livelli di PFBA nel loro sangue (MDH, n.d.). Inoltre la 3M fu obbligata a bonificare asportando tonnellate di terreno contaminato da PFAS.
Anche nel Regno Unito, dopo la scoperta della contaminazione delle falde acquifere da parte del PFOS rilasciato nel suolo durante le esercitazioni dei vigili del fuoco, la popolazione fu obbligata ad allacciarsi all’acquedotto e/o fu rifornita per anni di acqu mineraale.
In Germania l’acqua contenente più di 500 ng/L non può essere somministrata, cioè è vietata, ai bambini e alle donne in età fertile.
E in Italia?
Da noi si consiglia tranquillamente in convegni pubblici, in delibere degli assessori regionali e in documenti ufficiali rilasciati dalle autorità sanitarie locali, di bere l’acqua contaminata da PFAS con concentrazioni di gran lunga superiori a quelle “consentite” in alcuni stati degli USA.
Riferimenti bibliografici
EPA, U., n.d. DuPont Agrees to Lower Limit of PFOA in Drinking Water DuPont Washington Works (March 2009) – dupont-fs-200903.pdf [WWW Document]. URL http://www.epa.gov/r5water/gwdw/dupont/pdfs/dupont-fs-200903.pdf (accessed 2.13.15).
MDH, n.d. Environmental Health – Minnesota Dept. of Health [WWW Document]. URL http://www.health.state.mn.us/divs/eh/hazardous/topics/pfbasemetro.html (accessed 2.13.15).
U.S. Environmental Protection Agency Perfluorochemical (PFC) Contamination Near Decatur, AL http://www.epa.gov/region4//water/documents/epa_decatur_faqs.pdf