I 5 stelle chiedono a Gaia Checcucci direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare , sui pfas
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Inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche
Scritto da M5S Camera News pubblicato il 03.03.16 13:16 Commenti: 0
Il 2 marzo 2016, presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti si è tenuta l’audizione di Gaia Checcucci, direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
L’audizione era mirata a fare luce sulla situazione del SIN di Bussi sul Tirino. È stato chiesto alla direttrice se fosse a conoscenza di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (SP) nel SIN di Bussi oltre alle molte sostanze cancerogene note, data la presenza produttiva di Solvay su quel sito.
Spieghiamo subito che le sostanze perfluoroalchiliche (o SP) sono cancerogene.
Solvay ha prodotto sostanze perfluoroalchiliche presso lo stabilimento di Spinetta Marengo (AL). È stato ribadito alla direttrice come sia urgente dare risposte in merito al grave inquinamento dalle stesse sostanze delle aree del Veneto (in particolare l’Ovest Vicentino).
L’atteggiamento di Gaia Checcucci, che ricordiamo essere direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare non è risultato costruttivo, così come quello del Presidente della Commissione Alessandro Bratti.
Ricordiamo che è da sei mesi che è stato chiesto dai commissari del M5S in Ufficio di Presidenza della Commissione d’inchiesta l’audizione del sindaco di Trissino e dei referenti della Miteni, stabilimento accusato di essere il principale responsabile dell’inquinamento.
È inaccettabile che in Regione Veneto si definisca “fuori controllo” il monitoraggio degli alimenti. È inaccettabile che la popolazione (oltre 340mila persone nell’area più pesantemente inquinata a livello di falde idropotabili e falde superficiali quindi ambiente e filiera alimentare in senso lato) non sia informata sui rischi che corre e sui provvedimenti per ridurre al massimo eventuali danni, forniture idriche sane, bonifica ecc.
È inaccettabile che i risultati dei biomonitoraggi non siano noti, così come i dati epidemiologici riscontrati, seppur parziali.
La letteratura internazionale documenta incremento di neoplasie renali e ai testicoli a seguito di pesanti esposizioni alle sostanze perfluoroalchiliche (SP), sono documentati incrementi di dislipidemie (le SP sono di sicuro interferenti endocrini) e molti studi suggeriscono l’incremento di patologie cardio e cerebrovascolari.
Nelle aree più impattate, a confronto con le aree a medio e nullo impatto nella stessa regione Veneto, si registrano incrementi notevoli, con 364 eventi di ictus ogni 100mila residenti nell’Ovest Vicentino, rispetto a una media regionale di 213,9 secondo i dati sanitari relativi al 2011 e 2012 pubblicati dalla Regione Veneto.
È inaccettabile che non si metta in sicurezza la filiera delle SP; dal Veneto per esempio partono ogni anno oltre 100mila tonnellate di fanghi di depurazione verso la Lombardia (dati ARPAL) e molti altri prodotti, sottoprodotti o rifiuti potenzialmente contaminati, nella risoluzione Zolezzi numero 7/00925 si spiega questo traffico increscioso e si chiedono urgenti impegni al Governo per non amplificare e non estendere ad altre regioni il problema SP e intraprendere l’urgente messa in sicurezza e bonifica delle aree, garantendo acqua e cibo sano alle popolazioni, anche per il mero principio di precauzione.
Auspichiamo maggiore interesse da parte della Commissione d’inchiesta su questo tema, non basta il futuro inserimento di un capitolo nella relazione sul Veneto, è necessario sollecitare i rappresentanti istituzionali locali e nazionali.
È vero che non esiste un solo Comune italiano esente da problematiche afferenti alla commissione d’inchiesta e non è facile dare risposta a tutte le istanze ma le SP hanno determinato un disastro che riteniamo non possa non avere interesse proattivo da parte di una Commissione d’inchiesta che vede nel proprio statuto istitutivo l’interesse per l’inquinamento delle acque. Proseguiremo come commissari M5S a chiedere le opportune audizioni e azioni.
ari M5S