Deliberazione della Giunta Regionale n. 1874 del 14 ottobre 2014 pubblicata sul Bur , riguardante la questione monitoraggio dei Pfas
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1874 del 14 ottobre 2014 pubblicata sul Bur , riguardante la questione monitoraggio dei Pfas:Bur Veneto n. 105 del 31 ottobre 2014.
Materia: Sanità e igiene pubblica
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1874 del 14 ottobre 2014
Approvazione del Documento contenente le procedure regionali di indirizzo e del Piano di monitoraggio regionale relativi alla presenza delle sostanze perfluoro alchiliche (PFASs) nelle acque ad uso potabile.
Note per la trasparenza
Con il presente provvedimento si intende approvare il Documento contenente le procedure regionali di indirizzo e il Piano di monitoraggio regionale relativi alla presenza delle sostanze perfluoro alchiliche (PFASs) nelle acque ad uso potabile. Il presente provvedimento non comporta spesa a carico del bilancio regionale.
L’Assessore Luca Coletto riferisce quanto segue.
Nel 2006 il progetto europeo PERFORCE ha avviato un’indagine per stabilire la presenza di perfluoro derivati nelle acque e nei sedimenti dei maggiori fiumi europei e ne è emerso che il fiume Po presentava le concentrazioni massime di acido perfluororoottanoico (PFOA) tra i fiumi europei. Tale dato è stato confermato e approfondito da successive indagini sperimentali in altre zone del bacino del Po, effettuate da Istituti di ricerca come il Joint Research Centre dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Di fronte al rischio di una situazione di potenziale pericolo ecologico e sanitario, nel 2011 è stata stipulata una Convenzione tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e il CNR per la realizzazione di uno studio, datato 25/03/2013, di valutazione del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani.
Tale studio è stato allegato dal Ministero della Salute – Direzione Generale della Prevenzione, Ufficio IV alla nota prot. n. 10774 del 10/05/2013, indirizzata alla Direzione Regionale Prevenzione (oggi Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica) e acquisita dall’U.P. Veterinaria (oggi Sezione Veterinaria e Sicurezza Alimentare). In questo modo la Regione del Veneto è stata informata circa la presenza di PFAS nelle acque superficiali e potabili in diversi Comuni veneti in concentrazioni definite “preoccupanti” in punti di erogazione pubblici e privati.
A seguito della nota prot. n. 37869/TRI del 29/05/2013, indirizzata ad una pluralità di amministrazioni centrali e periferiche, con la quale il MATTM – Divisione III chiedeva di “effettuare gli accertamenti necessari all’individuazione delle fonti di immissione delle sostanze in parola [PFASs] e all’attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque”, la Regione del Veneto, di concerto con tutte le amministrazioni istituzionalmente competenti, ha delineato un percorso condiviso e coordinato di prevenzione e tutela.
In particolare, con nota prot. n. 280929 del 2/07/2013 la Regione del Veneto ha chiesto all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e al Ministero della Salute un parere sui rischi immediati per la popolazione, derivanti dalla presenza delle sostanze PFASs.
Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 15565/DGPRE dell’8/07/2013, ha comunicato alla Regione del Veneto il parere dell’Istituto Superiore di Sanità del 7/06/2013, prot. n. 2264, da cui si evince la mancanza di un rischio immediato per la popolazione. Tuttavia, si afferma che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute umana e, dunque, si consiglia l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l’abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della filiera idrica sulla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati.
La Regione del Veneto si è attivata tempestivamente per conformarsi alle indicazioni ricevute, assicurando tutte le azioni specificamente enumerate nella D.G.R. n. 1490 del 12/08/2013, con la quale è stata, altresì, istituita la Commissione Tecnica Interdisciplinare, costituita da rappresentanti della Regione e degli altri Enti coinvolti, con lo scopo di valutare i diversi profili della questione e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine alle ulteriori azioni da adottare per la prevenzione e la tutela della salute pubblica. La composizione della Commissione è stata aggiornata con la D.G.R. n. 619 del 29/04/2014. Nel contempo la Regione ha costantemente garantito la puntuale trasmissione all’Istituto Superiore di Sanità, con cadenza settimanale, di tutti i dati raccolti in relazione alla campagna di monitoraggio immediatamente avviata.
A livello nazionale, il D.lgs. n. 31 del 2/02/2001, “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”, disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano, al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia.
Tuttavia, ad oggi, la normativa nazionale non ha ancora individuato parametri limite, né linee guida in ordine alle sostanze PFASs nelle acque e, nelle more della definizione di valori di riferimento a livello nazionale, il Ministero della Salute ha incaricato l’Istituto Superiore di Sanità di predisporre un rapporto tecnico sui livelli di riferimento provvisori che garantiscano la salute della popolazione.
In data 16/01/2014 l’ISS ha prodotto il documento prot. n. 1584, nel quale ha indicato livelli di performance (obiettivo) nei valori di seguito specificati: “PFOS: ≤ 0,03 µg/litro; PFOA: ≤ 0,5 µg/litro; altri PFAS: ≤ 0,5 µg/litro”, affermando che tali concentrazioni possono rappresentare un valore “provvisorio” tossicologicamente accettabile e sono significativamente inferiori ai valori limite estrapolabili dalla TDI (Tollerable daily Intake) dell’Istituto Europeo per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che ha indicato nel 2008 come valori tollerabili per l’esposizione orale cronica a PFOA e PFOS le dosi di 1,5 e 0,15 µg/kg pc al giorno, rispettivamente.
Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29/01/2014 indirizzata alla Regione del Veneto, ha raccomandato l’applicazione di adeguate tecnologie di assorbimento e/o filtrazione, atte a garantire il rispetto dei suddetti livelli, attraverso anche membrane di provata efficienza per la rimozione di PFAS nella filiera di produzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano.
Con nota prot. n. 18780 del 4/06/2014 l’Istituto Superiore di Sanità, in risposta alla richiesta di precisazioni avanzata dalla Regione del Veneto in ordine al parere del 16/01/2014, ha raccomandato di “valutare l’ottemperanza al valore limite su base statistica, nell’ambito dell’attività di controllo dei processi di trattamento”.
Con riferimento all’acqua potabile emunta dai pozzi privati non allacciati alla rete acquedottistica, la citata nota dell’ISS ha stabilito che “sono da adottare i medesimi criteri definiti per le acque distribuite da sistemi di gestione idro-potabili, previo idoneo monitoraggio”, precisando che l’uso potabile include anche l’utilizzo per la reidratazione e la ricostituzione di alimenti e bevande in cui l’acqua costituisca ingrediente o entri in contatto con l’alimento per tempi prolungati o sia impiegata per la cottura. Le acque, invece, “in cui i livelli di sostanze perfluorate risultino superiori ai limiti di performance indicati nel richiamato parere ISS ed indicativamente inferiori ai valori di concentrazioni stimabili in base alla TDI definita dall’EFSA in 0,3 microgrammi/litro per il PFOS e 3 microgrammi/litro per il PFOA (quest’ultimo generalmente rinvenuto come sostanza rilevante nei profili di contaminazione delle acque nel territorio), possono essere utilizzate per il lavaggio di stoviglie, ed alimenti in cui l’acqua entri in contatto per tempi ridotti e venga rimossa per la gran parte dalla superficie (ad esempio lavaggio di frutta e verdura, sotto flusso d’acqua, consigliando l’uso di acque potabili per l’ultimo risciacquo) e per igiene personale, anche ove sia ravvisabile possibilità di ingestione (ad esempio lavaggio denti); le acque emunte da pozzi privati possono comunque essere utilizzate per l’igiene di indumenti ed ambienti e per ogni uso nelle reti di scarico e tecnologiche (es. impianti termici)”.
Nell’ambitodelle attività svolte per il presidio sanitario relativo al ritrovamento di sostanze PFAS in alcune aree del territorio regionale ed al controllo delle acque potabili distribuite in rete, sono stati costituiti e convocati dei Gruppi di lavoro, a cui hanno preso parte i Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione (di seguito, SIAN) delle Aziende Ulss interessate dalla presenza delle acque da sostanze PFASs (Aziende Ulss 5, 6, 17, 20 e 21), l’Osservatorio Acque Interne e il Dipartimento regionale Laboratori di ARPAV, in collaborazione con il Dipartimento Ambiente della Regione del Veneto e il Dipartimento Provinciale ARPAV di Vicenza.
L’obiettivo era la definizione di procedure regionali di indirizzo per la tutela della salute pubblica dai rischi derivanti dal consumo di acque fornite da pubblici acquedotti e da approvvigionamenti autonomi destinati a scopo potabile ed alimentare, non conformi agli standard di qualità fissati dalle vigenti norme. In particolare, per il giudizio di idoneità relativo alle acque dei pozzi privati, è stata adottata la D.G.R. n. 618 del 29/04/2014, con la quale è stato preso formalmente atto dei livelli di performance indicati e sono stati approvati i “Primi indirizzi operativi per l’utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano”.
E’, inoltre, emersa la necessità di avviare una revisione della rete regionale di monitoraggio per le acque potabili (D.lgs. n. 31/2001), in fase iniziale limitatamente alle aree interessate all’impatto, per una maggiore razionalizzazione della numerosità e dei costi dei campionamenti.
Tale revisione è stata sviluppata con il supporto tecnico specialistico esperto di ARPAV e l’impiego di un applicativo webgis predisposto da ARPAV, che ha permesso di definire l’ambito territoriale dell’impatto, di identificare le principali fonti di pressione e di fornire una rappresentazione grafica georeferenziata della distribuzione ambientale dell’inquinante degli aggiornamenti continui sul rispetto dei livelli di performance (obiettivo) fissati dal Ministero della Salute per i tre parametri PFOA, PFOS e altri PFAS.
Pertanto, con il presente provvedimento si intende approvare il Documento contenente le procedure regionali di indirizzo e il Piano di monitoraggio regionale, contenuti rispettivamente all’Allegato “A” e all’Allegato “B” al presente provvedimento, di cui costituiscono parte integrante e sostanziale. Le indicazioni contenute in tali documenti saranno applicabili fino a nuova diversa indicazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui la Regione del Veneto si adeguerà tempestivamente.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all’approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
Udito il relatore, il quale dà atto che la struttura proponente ha attestato l’avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;
VISTO il D.lgs. n. 31 del 2/02/2001;
VISTO l’articolo 4 della L.R. n. 1 del 10/01/1997 e l’articolo 4 della L.R. n. 54 del 31/12/2012;
VISTO l’articolo 2, comma 2 della L.R. n. 54/2012;
VISTE la D.G.R. n. 1490 del 12/08/2013, D.G.R. n. 168 del 20/02/2014, D.G.R. n. 619 del 29/04/2014, D.G.R. n. 618 del 29/04/2014;
delibera
1. di prendere atto di quanto espresso in premessa, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2. di approvare il Documento contenente le procedure regionali di indirizzo e il Piano di monitoraggio regionale, contenuti rispettivamente all’Allegato “A” e all’Allegato “B” al presente provvedimento, di cui costituiscono parte integrante e sostanziale;
3. di dare atto che le indicazioni contenute nei documenti, di cui al punto 2), saranno applicabili fino a nuova diversa indicazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, a cui la Regione del Veneto si adeguerà tempestivamente;
4. di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della trasmissione del presente provvedimento alle Aziende Ulss del Veneto, alle amministrazioni competenti e a tutti i soggetti istituzionalmente interessati;
5. di dare atto che il presente provvedimento non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
6. di pubblicare il presente provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=284035