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Pfas, comitati: documenti riservati della regione, scambi di accuse e assenza di provvedimenti in nome dei cittadini inquinati!
La nota congiunta di Coordinamento acque libere da pfas, Isde (medici per l’ambiente), Legambiente, sottoscritta anche da altri comitati*Le ultime notizie uscite su vari organi di stampa che raccontano di documenti regionali attestanti la pericolosità delle sostanze perfluoroalchiliche per la salute umana anche a livello prenatale, non fanno che confermare quanto i medici coraggiosi di Isde, Legambiente e il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas, vanno denunciando sin dagli albori dell’intera vicenda. Ci troviamo al cospetto di un gravissimo inquinamento delle acque e di una vera emergenza ambientale e sanitaria che ha avuto da parte delle massime autorità regionali, sia politiche che sanitarie, risposte tardive e sicuramente non adeguate.
Esemplari, a tal proposito, le ultime dichiarazioni del presidente regionale Luca Zaia che dichiara, dimentico di una sua esternazione di alcuni mesi fa in cui dichiarava che “… l’unica preoccupazione che ho, sulla vicenda dei Pfas, sono i 250.000 cittadini che vanno a letto, ogni sera, preoccupati per i loro valori ematici…”, di essere stato tenuto all’oscuro, dai suoi stessi Assessori alla Sanità Luca Coletto, all’ambiente Gianpaolo Bottacin e all’agricoltura Giuseppe Pan, di quanto grave sia la situazione a livello sanitario. In altri termini, come più volte accaduto negli organismi regionali, si naviga a vista con la conseguenza che a pagarne le spese sono i cittadini inquinati.
Il coordinamento assieme a tutte le associazioni e ai comitati locali, in rappresentanza della maggior parte dei cittadini coinvolti nel pesantissimo inquinamento che li costringe ad acquistare acqua in bottiglia per bere e per l’uso in cucina, denunciano:
1.il continuo tentativo di minimizzare la portata del problema da parte delle massime Autorità Politiche e Sanitarie della Regione Veneto;
2. la quasi totale inerzia dei Sindaci delle comunità coinvolte rimarcando l’appoggio da parte di tutti i primi cittadini del Bacino Valle del Chiampo, escluso il Sindaco di Lonigo, al ricorso, promosso da A.Ri.C.A. (Aziende Riunite Collettore Acque), contro l’imposizione puntuale e immediata dei limiti ai pfas nelle acque di superfice. Altrettanto inadeguato per la tutela della salute dei cittadini il comportamento del Presidente della Provincia di Verona e del Sindaco di Cologna Veneta, i quali non si sono costituiti ad alcuno dei cinque ricorsi pendenti proposti dalla Società Acque del Chiampo e dalla ditta Miteni contro i provvedimenti regionali e ministeriali.
3. la totale assenza delle associazioni agricole che, di fronte ai dati del primo monitoraggio regionale sugli alimenti con esito decisamente allarmante, sono rimaste anch’esse nell’inerzia più totale.
Si chiedono urgentemente:
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improrogabili e adeguati finanziamenti per rendere sicuro l’approvvigionamento idrico delle zone colpite sia per l’uso potabile che per quello irriguo;
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immediate tutele mediche per i soggetti testati con il sangue contaminato dai perfluoroalchilici, sia per i lavoratori della Miteni sia per fasce di popolazioni più esposte come i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani. Si chiede, inoltre, che nello screening sanitario vengano compresi anche i bambini sotto i 14 anni alla luce anche degli esiti degli ultimi documenti regionali;
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regole di prevenzione per evitare che i prodotti agricoli contaminati possano essere commercializzati;
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immediate ed efficaci azioni sia in sede civile che penale in attuazione del principio “Chi inquina paga” e della nuova legge sugli Ecoreati, da applicare nei confronti dei responsabili dell’inquinamento e di chi ha omesso i controlli, nonostante l’emergenza si fosse già palesata da 40 anni nei territori di Creazzo e Sovizzo;
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immediato stop all’uso e quindi al rilascio delle sostanze perfluoroalchiche, anche se filtrate, nell’ambiente, e l’avvio immediato della bonifica del sito della Miteni;
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un piano di monitoraggio serio per le aziende a rischio del territorio coinvolto. A tal proposito ricordiamo che nell’area interessata sono insediate ben tre aziende chimiche potenzialmente pericolose, così come nel comprensorio della Valle del Chiampo sono presenti, da decenni, aziende conciarie che utilizzano l’acqua del canale LEB, destinata all’agricoltura, per diluire i loro reflui, nel colpevole disinteresse di chi dovrebbe vigilare.
Pretendiamo quindi che a fronte di ormai evidenti prove sulle conseguenze e ricadute sanitarie causate dall’esposizione ai PFAS, le autorità competenti si attivino con la massima urgenza in modo autorevole e responsabile, dando seguito a quanto votato all’unanimità da tutti i Consiglieri nella seduta del Consiglio Regionale Veneto del 22 marzo 2016.
Verona 21 gennaio 2017
Coordinamento Acque Libere da PFAS
Legambiente Veneto
Legambiente Vicenza
Legambiente Verona
Circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta
ViVerBio Gas Lonigo
Comitato Vicentino No Ecomafie
Coordinamento Acqua Bene Comune Vicenza
Acqua Bene Comune Verona
Associazione No alla Centrale Ovest vicentino
CILLSA (Cittadini per il lavoro, la legalità, la salute e l’ambiente) di Arzignano
CITTAB (Comitato intercomunale tutela territorio area berica) di Lonigo
Medicina Democratica Vicenza
Nuovi consumatori Vicenza
Gas Sommacampagna
Lasciateci respirare di Monselice , di Conselve di Lendinara (3 comitati)
Terre nostre Veneto
Dario Muraro di Brendola,Coordinamento 0 OGM
comitato contro i disagio del mangimificio Veronesi
GASDOTTO di ESTE
Gruppo di consumo critico della Val D’Illasi
Gruppo Gas Prova di San Bonifacio
Acli Montagnana
Agostino Peruzzi di Saletto
Diego Lovato e Graziano Rossi di Bagnolo