A Belfiore Verona L’acquedotto c’è da un anno ma non si può ancora usare
L’acquedotto c’è da un anno
ma non si può ancora usare
Nuova rete idrica pronta, ma ancora a secco. Il nuovo acquedotto di Belfiore è terminato da un anno, già collaudato nel dicembre 2014, eppure i 3.200 residenti continuano ad approvviggionarsi d’acqua potabile da pozzi privati. Perché l’acqua non scorre ancora nelle tubature?
Nonostante l’investimento del Comune, che ha tirato fuori un milione di euro, e della Regione per realizzare l’intera rete idrica del paese, che ne era sprovvisto, sono spariti i fondi necessari a collegare le condotte al campo pozzi dove viene attinta l’acqua.
Il progetto prevedeva di potenziare la linea che dal campo pozzi di Almisano (Vicenza) corre lungo la nuova Porcilana fino a San Martino Buon Albergo. La conclusione del progetto, inoltre, prevedeva la realizzazione di una stazione di accumulo e pompaggio dell’acqua proveniente dal pozzo di Almisano, a Madonna di Lonigo, appena di là del confine con Verona. Questo impianto avrebbe fornito d’acqua sia San Bonifacio che Belfiore e il costo ammontava a 2,5 milioni di euro, fondi già stanziati dalla Regione Veneto. Ma proprio questi soldi nel frattempo sono spariti e così il campo pozzi o di accumulo e pompaggio dell’acqua a Madonna di Lonigo non è più stato costruito.
Il sindaco Davide Pagangriso, tenuto all’oscuro della cosa, ha chiesto lumi ad Acque Veronesi, domandando come mai l’acquedotto non entrasse in funzione. Acque Veronesi a questo punto ha comunicato al Comune che i soldi necessari al completamento dell’opera idraulica sono stati utilizzati in realtà per gestire l’emergenza dei Pfas, che si è verificata in estate nel colognese.
Una sorpresa per Pagangriso e per l’intera cittadinanza: di fatto ora il nuovo acquedotto è allacciato a quello della parte sud di San Bonifacio, che non riesce tuttavia ad alimentare anche quello nuovo belfiorese.
Quindi, a distanza di un anno dalla conclusione dei lavori per la rete, nelle condotte idriche del paese non è mai corsa una goccia d’acqua. Per cercare di tamponare il problema, il dirigente di Acque Veronesi, Francesco Berton, ha chiesto al Comune di comunicare le «utenze sensibili e prioritarie, così da poterne valutare le necessità e dare quanto prima funzionalità alla rete». Questo comunicava Berton al Comune ancora nel giugno scorso.
Il sindaco rispondeva che le utenze sensibili pubbliche sono almeno 80: scuole, palestra, municipio e sale civiche. «Si vuole però sul punto sottolineare come tutti i cittadini di Belfiore siano bisognosi di poter disporre con urgenza dell’acqua potabile», scriveva Pagangriso a Berton, «atteso anche che l’attingimento dai pozzi privati non appare sempre garantire un corretto e sicuro rifornimento idrico».
Il primo cittadino ha portato il problema all’attenzione del Consiglio di bacino, nell’incontro che si è tenuto ad Illasi per l’area dell’Est veronese. «Con mia grande sorpresa ho notato che nessuno dei componenti del Consiglio di bacino (ex Aato) era al corrente dello storno del denaro che doveva servire ad alimentare il nostro acquedotto», afferma oggi il sindaco.
Si è tenuto anche un incontro tra i tecnici del Comune e di Acque Veronesi per vedere il da farsi. Abbiamo dato la disponibilità a concedere gratuitamente un appezzamento di nostra proprietà, che si trova nella zona industriale ad artigianale di Castelletto», svela Pagangriso, «dove creare un nuovo campo pozzi, che possa prelevare l’acqua in loco e alimentare così le nostre tubature».
Acque Veronesi si è riservata di valutare l’offerta, ma da questa estate l’amministrazione comunale non ha saputo più nulla. Come mai? Probabilmente Acque Veronesi non ha nemmeno i soldi necessari a fare un nuovo pozzo a Belfiore.
Nonostante l’investimento del Comune, che ha tirato fuori un milione di euro, e della Regione per realizzare l’intera rete idrica del paese, che ne era sprovvisto, sono spariti i fondi necessari a collegare le condotte al campo pozzi dove viene attinta l’acqua.
Il progetto prevedeva di potenziare la linea che dal campo pozzi di Almisano (Vicenza) corre lungo la nuova Porcilana fino a San Martino Buon Albergo. La conclusione del progetto, inoltre, prevedeva la realizzazione di una stazione di accumulo e pompaggio dell’acqua proveniente dal pozzo di Almisano, a Madonna di Lonigo, appena di là del confine con Verona. Questo impianto avrebbe fornito d’acqua sia San Bonifacio che Belfiore e il costo ammontava a 2,5 milioni di euro, fondi già stanziati dalla Regione Veneto. Ma proprio questi soldi nel frattempo sono spariti e così il campo pozzi o di accumulo e pompaggio dell’acqua a Madonna di Lonigo non è più stato costruito.
Il sindaco Davide Pagangriso, tenuto all’oscuro della cosa, ha chiesto lumi ad Acque Veronesi, domandando come mai l’acquedotto non entrasse in funzione. Acque Veronesi a questo punto ha comunicato al Comune che i soldi necessari al completamento dell’opera idraulica sono stati utilizzati in realtà per gestire l’emergenza dei Pfas, che si è verificata in estate nel colognese.
Una sorpresa per Pagangriso e per l’intera cittadinanza: di fatto ora il nuovo acquedotto è allacciato a quello della parte sud di San Bonifacio, che non riesce tuttavia ad alimentare anche quello nuovo belfiorese.
Quindi, a distanza di un anno dalla conclusione dei lavori per la rete, nelle condotte idriche del paese non è mai corsa una goccia d’acqua. Per cercare di tamponare il problema, il dirigente di Acque Veronesi, Francesco Berton, ha chiesto al Comune di comunicare le «utenze sensibili e prioritarie, così da poterne valutare le necessità e dare quanto prima funzionalità alla rete». Questo comunicava Berton al Comune ancora nel giugno scorso.
Il sindaco rispondeva che le utenze sensibili pubbliche sono almeno 80: scuole, palestra, municipio e sale civiche. «Si vuole però sul punto sottolineare come tutti i cittadini di Belfiore siano bisognosi di poter disporre con urgenza dell’acqua potabile», scriveva Pagangriso a Berton, «atteso anche che l’attingimento dai pozzi privati non appare sempre garantire un corretto e sicuro rifornimento idrico».
Il primo cittadino ha portato il problema all’attenzione del Consiglio di bacino, nell’incontro che si è tenuto ad Illasi per l’area dell’Est veronese. «Con mia grande sorpresa ho notato che nessuno dei componenti del Consiglio di bacino (ex Aato) era al corrente dello storno del denaro che doveva servire ad alimentare il nostro acquedotto», afferma oggi il sindaco.
Si è tenuto anche un incontro tra i tecnici del Comune e di Acque Veronesi per vedere il da farsi. Abbiamo dato la disponibilità a concedere gratuitamente un appezzamento di nostra proprietà, che si trova nella zona industriale ad artigianale di Castelletto», svela Pagangriso, «dove creare un nuovo campo pozzi, che possa prelevare l’acqua in loco e alimentare così le nostre tubature».
Acque Veronesi si è riservata di valutare l’offerta, ma da questa estate l’amministrazione comunale non ha saputo più nulla. Come mai? Probabilmente Acque Veronesi non ha nemmeno i soldi necessari a fare un nuovo pozzo a Belfiore.
Zeno Martini