22 luglio: Piergiorgio Rigon non si vuole dimettere da Medio Chiampo
Perchè ci deve esser un’azienda così piccola e così complessa come Medio Chiampo?
martedì 15 luglio 2014 – PROVINCIA – Pagina 2
«Non mi dimetto»
Il presidente Rigon
presenterà ricorso
Dopo la richiesta Pd di azzerare tutto il vertice di Medio Chiampo
«Non ho intenzione di dimettermi», spiega il presidente di Medio Chiampo, Pier Giorgio Rigon, all´indomani della richiesta di dimissioni presentata dal Pd di Montebello e di azzeramento dei vertici da parte dei comitati Acqua bene comune di Vicenza e Valchiampo. «Il mio incarico – spiega – scade il 30 di settembre, mentre il 18 il giudice renderà note le motivazioni della sentenza, che vogliamo impugnare in appello per dimostrare le nostre ragioni di cui mi sembra non si sia tenuto conto. Dimettermi in questo momento, su due piedi, mi sembra inopportuno. Voglio dare il tempo ai sindaci di Montebello e Zermeghedo di trovare l´accordo per il successore. E trovare un nuovo presidente per un´azienda così complessa non sarà facile». Per il direttore amministrativo Luigi Culpo e il direttore tecnico Stefano Paccanaro , dipendenti di Medio Chiampo, e condannati con il presidente Rigon a un anno e mezzo, pena sospesa, parla l’avv. Marco Dal Ben, legale della società. «Va chiarito che la sentenza non è definitiva e che ora, evidentemente, qualcuno sta cercando di cavalcare l´onda per strumentalizzarla – osserva il legale –. Infatti, ciò che è contestato riguarda la sola gestione dei fanghi in discarica. Si discute se siano rifiuti pericolosi, ma le nostre perizie dicono di no. Siamo di fronte a questioni tecniche. Se i fanghi dovessero essere considerati davvero così, il problema riguarderebbe lo stesso scopo per cui la società è stata costituita e quindi la discarica non potrebbe più accoglierli. Allora le conseguenze sarebbero che andrebbe chiusa, con l´immediato effetto del blocco della produzione delle concerie». M.G.
«Non ho intenzione di dimettermi», spiega il presidente di Medio Chiampo, Pier Giorgio Rigon, all´indomani della richiesta di dimissioni presentata dal Pd di Montebello e di azzeramento dei vertici da parte dei comitati Acqua bene comune di Vicenza e Valchiampo. «Il mio incarico – spiega – scade il 30 di settembre, mentre il 18 il giudice renderà note le motivazioni della sentenza, che vogliamo impugnare in appello per dimostrare le nostre ragioni di cui mi sembra non si sia tenuto conto. Dimettermi in questo momento, su due piedi, mi sembra inopportuno. Voglio dare il tempo ai sindaci di Montebello e Zermeghedo di trovare l´accordo per il successore. E trovare un nuovo presidente per un´azienda così complessa non sarà facile». Per il direttore amministrativo Luigi Culpo e il direttore tecnico Stefano Paccanaro , dipendenti di Medio Chiampo, e condannati con il presidente Rigon a un anno e mezzo, pena sospesa, parla l’avv. Marco Dal Ben, legale della società. «Va chiarito che la sentenza non è definitiva e che ora, evidentemente, qualcuno sta cercando di cavalcare l´onda per strumentalizzarla – osserva il legale –. Infatti, ciò che è contestato riguarda la sola gestione dei fanghi in discarica. Si discute se siano rifiuti pericolosi, ma le nostre perizie dicono di no. Siamo di fronte a questioni tecniche. Se i fanghi dovessero essere considerati davvero così, il problema riguarderebbe lo stesso scopo per cui la società è stata costituita e quindi la discarica non potrebbe più accoglierli. Allora le conseguenze sarebbero che andrebbe chiusa, con l´immediato effetto del blocco della produzione delle concerie». M.G.